Luigi Picotti vive e coltiva le sue vigne a Provezze, frazione di Provaglio d’Iseo, nella parte meridionale della Franciacorta, a circa 220 metri s.l.m. Qui, il paesaggio è scandito da dolci colline moreniche, boschi e brezze mattutine che arrivano dal vicino lago d’Iseo, protette a nord dal Monte Cognolo. Un territorio da sempre vocato alla viticoltura, con suoli profondi, ricchi di scheletro e di natura franco-argillosa, che tendono al rosso e custodiscono una buona presenza di selce.
È in questo contesto che nasce Stella dei Filari, la piccola realtà agricola fondata da Luigi. Dopo un passato nella scena musicale underground di Brooklyn, ha scelto di tornare alle origini per dare forma a un progetto agricolo autentico, artigianale, dove ogni bottiglia racconta la sua storia personale, il territorio e una visione precisa del vino.
Le vigne sono suddivise in due cru ben distinti: il primo, un clos vero e proprio circondato da un muro di sassi, ospita il Pinot Nero, da cui nascono l’Ancestrale e il Franciacorta; l’altro, più vicino a casa, è dedicato allo Chardonnay. Entrambi gli appezzamenti sono allevati a guyot unilaterale, con una densità di 4400 ceppi per ettaro. Le piante sono curate con metodi rispettosi dell’ambiente e delle stagioni, senza forzature.
La produzione è piccola, attorno alle 4000 bottiglie annue, ma ogni etichetta è il risultato di un lavoro minuzioso, ispirato dalla volontà di fare vini vivi, profondi, territoriali. La musica resta in sottofondo, come spirito guida, ma oggi la melodia si esprime in vigna, tra i filari, e in cantina.
Luigi Picotti vive e coltiva le sue vigne a Provezze, frazione di Provaglio d’Iseo, nella parte meridionale della Franciacorta, a circa 220 metri s.l.m. Qui, il paesaggio è scandito da dolci colline moreniche, boschi e brezze mattutine che arrivano dal vicino lago d’Iseo, protette a nord dal Monte Cognolo. Un territorio da sempre vocato alla viticoltura, con suoli profondi, ricchi di scheletro e di natura franco-argillosa, che tendono al rosso e custodiscono una buona presenza di selce.
È in questo contesto che nasce Stella dei Filari, la piccola realtà agricola fondata da Luigi. Dopo un passato nella scena musicale underground di Brooklyn, ha scelto di tornare alle origini per dare forma a un progetto agricolo autentico, artigianale, dove ogni bottiglia racconta la sua storia personale, il territorio e una visione precisa del vino.
Le vigne sono suddivise in due cru ben distinti: il primo, un clos vero e proprio circondato da un muro di sassi, ospita il Pinot Nero, da cui nascono l’Ancestrale e il Franciacorta; l’altro, più vicino a casa, è dedicato allo Chardonnay. Entrambi gli appezzamenti sono allevati a guyot unilaterale, con una densità di 4400 ceppi per ettaro. Le piante sono curate con metodi rispettosi dell’ambiente e delle stagioni, senza forzature.
La produzione è piccola, attorno alle 4000 bottiglie annue, ma ogni etichetta è il risultato di un lavoro minuzioso, ispirato dalla volontà di fare vini vivi, profondi, territoriali. La musica resta in sottofondo, come spirito guida, ma oggi la melodia si esprime in vigna, tra i filari, e in cantina.