Il Gelsomoro è un progetto agricolo che nasce da un’idea semplice e profonda: rispettare la natura in ogni fase, dalla vigna alla cantina. La superficie vitata complessiva è di circa 4 ettari, di cui 1,2 in affitto, coltivati principalmente con vitigni autoctoni come Lacrima, Sangiovese, Montepulciano e Verdicchio, affiancati da pochi filari di Merlot.
Grazie a un microclima favorevole, il lavoro in vigna segue principi naturali e di grande attenzione alla biodiversità. Le lavorazioni sono ridotte al minimo: sfalcio dell’erba, lavorazione a file alterne e semina di sovesci multifloreali, lasciando spazio anche alle erbe spontanee. Il sovescio non viene interrato, ma trinciato dopo la fioritura per creare una copertura vegetale del suolo, favorire la vita microbica e la presenza di api e insetti utili.
La potatura è pensata per accompagnare la pianta nel tempo, favorendo la ramificazione e riducendo numero e dimensione dei tagli. Sulle varietà a grappolo compatto viene praticata una sfogliatura precoce per contenere vigoria e densità dei grappoli. I tralci non vengono cimati ma accuccati, e il suolo non riceve concimi, solo sovesci e, quando possibile, preparati biodinamici. In vigna si interviene esclusivamente con zolfo, basse dosi di rame ed estratti vegetali.
In cantina la filosofia non cambia. Le fermentazioni sono spontanee, senza controllo della temperatura. Le macerazioni non sono mai forzate: la complessità si costruisce attraverso il lavoro sulle fecce fini e sui lieviti, utilizzando contenitori neutri che non impongono aromi al vino. Nel caso della Lacrima, questi permettono di attenuarne l’esuberanza senza snaturarne l’identità.
Ogni varietà viene interpretata per ciò che è, senza sovrastrutture. I vini de Il Gelsomoro sono espressioni sincere del luogo, dell’annata e di un’agricoltura consapevole.
Il Gelsomoro è un progetto agricolo che nasce da un’idea semplice e profonda: rispettare la natura in ogni fase, dalla vigna alla cantina. La superficie vitata complessiva è di circa 4 ettari, di cui 1,2 in affitto, coltivati principalmente con vitigni autoctoni come Lacrima, Sangiovese, Montepulciano e Verdicchio, affiancati da pochi filari di Merlot.
Grazie a un microclima favorevole, il lavoro in vigna segue principi naturali e di grande attenzione alla biodiversità. Le lavorazioni sono ridotte al minimo: sfalcio dell’erba, lavorazione a file alterne e semina di sovesci multifloreali, lasciando spazio anche alle erbe spontanee. Il sovescio non viene interrato, ma trinciato dopo la fioritura per creare una copertura vegetale del suolo, favorire la vita microbica e la presenza di api e insetti utili.
La potatura è pensata per accompagnare la pianta nel tempo, favorendo la ramificazione e riducendo numero e dimensione dei tagli. Sulle varietà a grappolo compatto viene praticata una sfogliatura precoce per contenere vigoria e densità dei grappoli. I tralci non vengono cimati ma accuccati, e il suolo non riceve concimi, solo sovesci e, quando possibile, preparati biodinamici. In vigna si interviene esclusivamente con zolfo, basse dosi di rame ed estratti vegetali.
In cantina la filosofia non cambia. Le fermentazioni sono spontanee, senza controllo della temperatura. Le macerazioni non sono mai forzate: la complessità si costruisce attraverso il lavoro sulle fecce fini e sui lieviti, utilizzando contenitori neutri che non impongono aromi al vino. Nel caso della Lacrima, questi permettono di attenuarne l’esuberanza senza snaturarne l’identità.
Ogni varietà viene interpretata per ciò che è, senza sovrastrutture. I vini de Il Gelsomoro sono espressioni sincere del luogo, dell’annata e di un’agricoltura consapevole.