Non è facile cercare di collocare fisicamente l’Azienda Agricola Costadilà, anche perché sono diversi i piccoli vigneti di alta collina che coltiva e che concorrono a circondarla di un lieve alone di mistero. Ci aiutano un po’ i toponimi Combai, Campea, Osigo, Con Alti, San Lorenzo che identificano alcuni di questi appezzamenti e che riportano alle Colline dell’Alto Trevigiano, nel cuore della zona storica di produzione del prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Protagonista indiscusso, fondatore e anima dell’azienda è stato Ernesto Cattel, prematuramente scomparso, che oggi ha affidato la sua visione del mondo vitivinicolo e contadino, assieme alla gestione dell’azienda – nata nel 2006- alle mani di Alex e Martina. In ossequio ai principi ispiratori di Ernesto, Costadilà produce seguendo le tecniche agricole del metodo biologico, con gli interventi prettamente manuali di una viticoltura rispettosa del territorio e dell’ambiente, e lavora in cantina secondo la tradizione, con il solo aiuto dei lieviti indigeni delle proprie uve. I vini sono il frutto della macerazione di uve autoctone a bacca bianca, prevalentemente Glera, Bianchetta Trevigiana e Verdiso. La rifermentazione dei vini Costadilà avviene unicamente in bottiglia. I vini 280 slm, 330 slm e 450 slm sono quelli che meglio rappresentano questa filosofia e questo stile, dove la mano del vignaiolo accompagna il frutto della vite nel suo naturale percorso di crescita. I loro nomi derivano dalle altitudini dei vigneti di origine. L’attività aziendale è ispirata al recupero del tradizionale podere agricolo a ciclo chiuso; i progetti futuri prevedono, oltre all’allevamento di bovini già in atto, l’introduzione di ovicaprini e suini, anche allo stato brado.

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